Devo confessarlo: il calendario Pirelli non mi ha mai scandalizzata. Sempre fotografi straordinari, sempre donne meravigliose immortalate in un campestre seppiato o in bianco e nero in cima a una scogliera. La bellezza è bellezza, chi non la riconosce? Ma soprattutto: chi ha paura del nudo?
Qualche disagio, invece, me l’ha creato il meccanico sotto casa o il camionista che incroci all’autogrill, col calendario in bella mostra tra gli ammennicoli del tir o le chiavi a brugola.
Sì, gli uomini, non le donne, del calendario Pirelli mi mettono il punto di domanda in testa. Fosse pornografia, capirei di più il bisogno di dichiarare al mondo quanta solitudine li circonda, questi uomini, in garage o nell’abitacolo.
Quanto sudore solitario mascherato da virilità ostentata. La bellezza nuda femminile – sensuale e provocatoria delle donne di Tamara de Lempicka o della (appena scomparsa) Carol Rama – può essere arte.
La notizia dunque non è il mancato nudo femminile del calendario Pirelli 2016. Di nudo femminile abbonda il mondo (per fare notizia, oggi, si deve andare in sottrazione). E nemmeno il fatto che gli scatti siano affidati alla grandissima Annie Lebovitz. E nemmeno che le protagoniste siano donne di successo come Serena Williams, Yoko Ono, o Patti Smith. La notizia è che la forza femminile è attrattiva. E qui sta, anche per gli uomini, la vera provocazione.
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