Sì, la storia andrà in qualche modo avanti e chissà come. Comincia però a chiarirsi il suo significato se dalle colline di Los Angeles la fabbrica del senso comune riesce a imporre con tanta naturalezza anche qui da noi la pratica della maternità surrogata come atto di assoluta generosità.
Qualche tempo fa (nel pezzo “Ma le soap vendono solo saponette?”) raccontammo una storia presa di peso da Beautiful: il capo della più importante azienda di moda americana si innamora di una ragazza povera e nera e ne fa la sua fidanzata e il volto del fashion made in Usa. Il giovane capo e il mondo americano della moda scoprono ben presto che la ragazza è un/una trans. Non battono ciglio: il/la trans resterà il volto della moda di Los Angeles e convolerà ben presto a giuste nozze con il suo amato. Ci chiedemmo allora: come finirà la storia? E che vuole dirci?
Bene, ora ne sappiamo un po’ di più: il/la trans e il suo amato sono molto felici. Ma alla loro felicità perché sia perfetta manca qualcosa. Manca un bebé. Come fare? Già: ma c’è la maternità surrogata, no? Meglio però se il tutto si risolve in famiglia, secondo un costume cui Beautiful ci ha abituato. A fabbricare il bebè della celebre e ricchissima coppia sarà la sorellina del/la trans e sarà il seme di lui, l’amato, a fecondare l’ovulo della giovane e devota cognata. E pazienza se la fanciulla con questa avventura dovrà mettere duramente alla prova se stessa e il fidanzatino appena conosciuto! È il prezzo della generosità: almeno questo ci dice il familismo molto morale di Beautiful.
La storia certamente non finisce qui e riserverà sicuramente qualche altra sorpresa. Per esempio, i genitori neri (dunque meno raffinati) della ragazza sono contrari all’idea di sacrificarla sull’altare del buonismo. Sì, la storia andrà in qualche modo avanti e chissà come. Comincia però a chiarirsi il suo significato se dalle colline di Los Angeles la fabbrica del senso comune riesce a imporre con tanta naturalezza anche qui da noi la pratica della maternità surrogata come atto di assoluta generosità. La crociata del “politicamente corretto” ha in effetti colpito ancora una volta nel segno. Ce lo dice l’entusiasmo con cui la vicenda Beautiful viene accolta sulla 27Ora.
Commenta