Se da un lato siamo felici che l’Onu abbia approvato la risoluzione contro lo stupro come “ arma di guerra” – grazie al lavoro instancabile dei due premi nobel Nadia Murad e Denis Mukwege e dell’avvocata attivista Amal Clooney -, dall’altro, ci lascia ammutolite che questa sia passata solo dopo l’eliminazione del passaggio che prevede l’assistenza alla salute sessuale e riproduttiva delle vittime, ottenuta dagli USA. Per Washington, infatti, quel passaggio rappresentava l’avvallo ad eventuali pratiche abortive, tema su cui l’amministrazione Trump ha sempre mostrato la sua contrarietà.
It's time to make justice your priority and truly honour survivors like @NadiaMuradBasee, who have already suffered too much.
– International Human Rights Lawyer Amal Clooney to the @UN Security Council. #EndRapeinWar #UNSC #WPSin2020 pic.twitter.com/Ij6OHRQyFR
— UN Women (@UN_Women) April 23, 2019
Nel 2014, con grande lungimiranza, Senonoraquando Genova promosse, presso la fondazione per la cultura di Palazzo Ducale, un’installazione dal titolo “Siria: lo stupro come arma di guerra premeditata”. L’installazione metteva a confronto le parole che raccontavano le atroci verità sugli stupri in Siria tratte da un’inchiesta giornalistica di Annick Cojean, intitolata “Le violenze segrete di Assad” (Internazionale, edizione n.1042, 20 marzo 2014) e le parole maturate dentro il movimento Se Non Ora Quando? proprio sulla violenza contro le donne (discorso Fabrizia Giuliani, convegno “Mai più complici” organizzato da Senonoraquando Torino, 13-14 ottobre 2012). Curiosamente, la lettura di testi così tanto lontani tra loro, per ovvie ragioni geografiche culturali e geopolitiche, mostravano quanto la libertà delle donne fosse considerata da chi governa, qualunque sia il governo, democratico o dittatoriale, il nemico numero uno.
Oggi, con l’azione di forza portata avanti dagli Stati Uniti, la risoluzione passa, ma viene cancellato il passaggio sulle strutture di assistenza alle donne! Dunque l’autodeterminazione delle donne e il loro sacrosanto diritto a essere riconosciute cittadine a pieno titolo continua a essere considerata una minaccia per chi governa e la violenza che soggiace a tale idea di potere permane ovunque nel mondo e soprattutto in quelle che si definiscono ‘potenze democratiche’. Personalmente, tutto ciò mi indigna profondamente. Il potere, nella sua forma degradata, si nutre del dominio del corpo delle donne. Meditiamo donne, nella mediazione politica all’Onu si è consumata l’ennesima battaglia sui nostri corpi.
Nella storia degli ultimi 60 anni non c stata guerra o conflitto in cui non sia stato praticato lo stupro ai danni delle donne come arma di guerra , commenta Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International. La violenza ai danni delle donne viene perpetrata per diverse ragioni: terrorizzare parte della popolazione civile, punire o costringere alla resa un gruppo o anche come premio per i propri soldati.