“La libertà femminile nel cuore delle elezioni politiche spagnole”, questa la frase che avevamo scritto per sintetizzare il Manifesto presentato dalle organizzazioni femministe spagnole per le elezioni. Nelle urne le donne hanno fatto centro. Infatti, nonostante il voto elettorale abbia consegnato un risultato incerto e frammentario, che potrebbe costringere Sànchez, primo partito, ad affidarsi a una coalizione per poter governare, sul versante delle donne elette la Spagna può vantare un risultato storico: 164 deputate su 350. Con il 46,8 per cento, la Spagna si piazza davanti a Paesi come la Finlandia, la Norvegia e la Danimarca, dove le percentuali si aggirano intorno al 42 per cento. Nel primo partito, il Psoe di Sànchez, il numero di donne elette supera quello degli uomini 64 su 123. Anche nel Partito popolare le elette sono 35 su 64. Gli uomini, 15 su 24, prevalgono nel partito di estrema destra, Vox.
El enemigo del #feminismo no son los hombres, es el machismo.
Hoy le he explicado al Sr. Casado que los vientres de las mujeres no son taxis, y al Sr. Rivera, que no se alquilan. Porque los socialistas creemos en el feminismo sin adjetivos. #ELDEBATEenRTVE pic.twitter.com/9PfAqGQJmb— Pedro Sánchez (@sanchezcastejon) April 22, 2019
La tenacia, il senso di se stesse, la chiarezza nelle battaglie, soprattutto nella Sinistra per l’affermazione della libertà femminile, sono servite. Il lavoro del vasto e largo fronte femminile contro la mercificazione del corpo della donna e della vita dei bambini ha lasciato un segno nelle urne. È un risultato importante perché conferma che i cambiamenti non sono veri cambiamenti, se non hanno al centro l’affermazione della libertà femminile come altra da quella dell’uomo.
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