J.K. Rowling tweetta: “se il sesso non è reale, non c’è attrazione per lo stesso sesso. Se il sesso non è reale, la realtà vissuta dalle donne a livello globale viene cancellata”, e contro di lei si scatenano una serie di insulti violentissimi. Sembra che chiamare le cose con il loro nome provochi ingiustizie inaccettabili. Basta dire una ovvietà, come quella detta da Rowling, per essere tacciate di essere transfobiche.
"Mi rifiuto di inchinarmi a un movimento che credo stia facendo concretamente del male cercando di erodere le “donne”…
Pubblicato da Se Non Ora Quando – Libere su Giovedì 11 giugno 2020
Da tempo noi femministe siamo costrette a batterci perché la parola ‘donna’, strettamente legata al nostro sesso biologico, non venga cancellata in nome del diritto di tutti e tutte a non sentirsi discriminati. Non è un caso che un’altra bravissima scrittrice nigeriana, Chamamanda Nagozi Adichie, rispondendo alla domanda dell’intervistatrice sulle donne trans, abbia dichiarato:
“Quando le persone parlano delle donne trans come di donne, il mio sentimento è che le donne trans sono donne trans, e questo perché se sei cresciuto come uomo in un mondo che riconosce privilegi ai maschi e poi cambi genere e diventi donna, per me, è difficile accettare che questa esperienza poi si possa equiparare a quella di una donna che invece da sempre è cresciuta in un mondo che fin dall’inizio non le ha accordato gli stessi privilegi. Non credo sia un bene parlare del fatto che la questione delle donne sia esattamente la stessa questione delle donne trans…”. (minuto 2,28)
Attacco formidabile alle donne
Paradossalmente, oggi, una minoranza del movimento LGTB, supportata da un progressismo di sinistra alquanto discutibile, attua il più formidabile attacco alle donne: ne cancella la diversità ontologica da cui si genera quella discriminazione che da sempre segna il posto delle donne nel mondo.
“Tutte e tutti uguali! Lo dice la Costituzione” tweetta la Boldrini a difesa della discussione che si terrà il prossimo 16 giugno nella commissione di camere e Giustizia, sulla proposta di legge contro l’omotransfobia. Il concetto di diritto di uguaglianza confuso, a danno delle donne in particolare, con il concetto di omologazione, spinge a considerare i corpi come neutri. L’identità di genere diventerebbe un atto di volontà individuale, completamente slegato dal funzionamento biologico dei nostri corpi e un desiderio/prodotto acquistabile sul mercato.
L’ideologia dei ‘nuovi dititti’
Dunque l’ideologia di sinistra, la cui bandiera odierna sono i “nuovi diritti”, come nel caso dell’utero in affitto, si ritrova, paradossalmente, a sostenere i paradigmi di un capitalismo neoliberale deviato e disumanizzante. Da tempo sono convinta che il capitalismo, per non collassare, abbia bisogno di nutrirsi dei corpi. Dopo avere estratto e divorato senza alcune attenzione le risorse del nostro pianeta, ora rivolge la sua attenzione ai corpi, trattandoli come materie prime a beneficio di quelle “persone” che saranno in grado di acquistarne i prodotti; il tutto mascherato dietro una falsa bandiera di libertà e di nuove frontiere per i diritti umani.
Quella che sostiene che la società non esiste, che esistono solo individui con il loro assoluto, insindacabile diritto e che ogni altra posizione lede diritti e libertà.
Pubblicato da Se Non Ora Quando – Libere su Venerdì 22 maggio 2020
Si cancella la vulva, da sempre poco nominata se non per convincere le giovani donne a farsi cose come la labio-plastica (una delle operazioni di chirurgia estetica più in voga oggi, con un grande giro di affari), proponendo la sostituzione della parola ‘sesso’ con quella di ‘identità di genere’. Fare ciò ha implicazioni importanti, non solo dal punto di vista simbolico, ma anche da quello della realtà: significa cancellare quanto il corpo e la sua esperienza incarnata in un sesso biologico, segni la storia di ognuno di noi.
Noi siamo il nostro corpo
Noi siamo il nostro corpo e banalmente questo vale anche per le persone trans! Se non fosse così anche per loro, non si spiegherebbe la necessità profonda e autentica che sentono di transitare da un sesso all’altro attraverso l’uso di ormoni e di interventi chirurgici.
Eppure basterebbe sostituire il termine “identità di genere” con “transessualità” per far cadere rischi e preoccupazioni! Lettera ai firmatari del ddl Zan contro l' #omotransfobia per chiedere una più approfondita riflessione https://t.co/3MmOAH74IO
— SenonoraquandoLibere (@Snoq_Libere) June 11, 2020
Dunque la questione linguistica, sesso -identità di genere-, non è marginale, ma, al contrario, è fondativa per tutte noi; e la proposta di legge, così redatta, è irricevibile, perché “La discriminazione uomo-donna, la violenza sessista e la cittadinanza dimezzata di donne e ragazze, è basata proprio sulla disuguaglianza strutturale basata sul sesso.” (citazione dal testo scritto dalla donne del PSOE).
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